La Valle Bedretto era il punto debole del sistema difensivo basato sul Forte Airolo poiché permetteva di accedere direttamente al Passo del San Gottardo, passando per l’Alpe di Fieud, dalla sponda sinistra della Valle Bedretto.
Già nel 1885, sul Passo San Giacomo era presente un piccolo ricovero dove alloggiavano dei telegrafisti che trasmettevano al Motto Bartola e poi al Forte Fondo del Bosco (Forte Airolo) la situazione nell’alta Val Formazza, oltre il confine italo-svizzero. La fortificazione di questo settore si rese ancora più urgente a seguito della costruzione nel 1929 della strada carrozzabile sul versante italiano del Passo San Giacomo. Le opere di difesa svizzere al San Giacomo e a Grandinagia furono progettate nel 1931, ma la loro costruzione iniziò solo nel 1937.
I fortini di fanteria e d’artiglieria, operativi dal 1939, erano disposti sia sui versanti della valle sia sul fondovalle. Nella zona del San Giacomo furono inoltre realizzate diverse postazioni per mitragliatrici, postazioni campali d’artiglieria, ricoveri e tre funivie per la logistica e l’approvvigionamento dei forti principali. Questo settore era inoltre coperto dal fuoco d’artiglieria delle opere poste lungo il versante meridionale del San Gottardo, costruite nel corso del secondo conflitto mondiale. Durante la Guerra fredda i dispositivi difensivi furono completati attraverso la costruzione di ricoveri sotto roccia. Fra la zona di All’Acqua e Grandinagia troviamo diverse baracche militari, semi-interrate e nascoste alla vista, che servivano quali alloggi per la truppa impegnata alla difesa del Forte Grandinagia.
Il forte d’artiglieria “Grandinagia” (4) e il fortino corazzato “San Giacomo” (1), che erano il cuore del sistema difensivo del Passo San Giacomo, costituiscono un punto d’osservazione privilegiato per la comprensione del sistema difensivo.